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TORINO – Procedure più snelle, processo breve, costi più contenuti o addirittura azzerati, Vescovi protagonisti: la riforma di Papa Francesco sul processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio è stata per lo più sintetizzata così.
Francesco ha scelto la formula del “Motu Proprio”, ovvero un documento che non è stato proposto da alcun organo della Curia Romana, ma una libera scelta del Sommo Pontefice.
In realtà le lettere sono due: “Mitis Iudex Dominus Iesus” e “Mitis et misericors Iesus” (la seconda relativa al Codice dei canoni delle Chiese orientali).
Abbiamo chiesto alcune considerazioni sulla materia a don Ettore Signorile, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Piemontese.